Quanti sono gli stranieri nel mercato del lavoro italiano?
Secondo quanto riportato dal Settimo Rapporto Annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia” (curato dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la collaborazione della Direzione Generale dei sistemi informativi, dell’innovazione tecnologica, del monitoraggio dati e della comunicazione, di INPS, lNAIL, Unioncamere e con il coordinamento esecutivo di Anpal Servizi), presentato lo scorso 20 Luglio, ci sarebbe stato un incremento superiore alle 19mila unità nel caso dei cittadini UE (+2,4%), di 22.758 unità nel caso dei cittadini non UE (+1,4%), di 250mila unità per gli occupati italiani (+1,2%).
Uno degli ostacoli più grossi all’inserimento lavorativo degli stranieri in posizioni qualificate potrebbe essere proprio la difficoltà di far valere in Italia titoli di studio e qualifiche professionali acquisite all’estero.
È possibile, per chi intende lavorare in Italia, chiedere il riconoscimento del titolo di studio? Assolutamente sì.
L’Italia ha infatti adottato, come specificato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, un sistema di norme finalizzato al riconoscimento dei titoli accademici e professionali conseguiti all’estero.
Esistono in realtà diverse strade e percorsi per richiedere il riconoscimento, che variano in base al titolo di studio e all’obiettivo che si vuole perseguire:
1. il riconoscimento accademico (per il quale gli enti responsabili sono: Università e Istituzioni AFAM, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica – Ufficio P.P.A.)
2. il riconoscimento non accademico (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) tramite domanda rivolta all’amministrazione interessata, Amministrazione interessata, Amministrazione interessata con parere del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)).
3. il riconoscimento professionale (Ministero che vigila la professione o dal Datore di lavoro).
Un’eccezione particolare è fatta per i titolari di protezione internazionale, che possono avvalersi dei servizi del Ministero degli Affari Esteri, che riceve la documentazione dal candidato e la invia alla Rappresentanza Diplomatica italiana competente, la quale rilascia la Dichiarazione di Valore in loco.
Parlando di riconoscimento dei titoli di studio è impossibile non far riferimento al Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche (Cimea), che dal 1984 svolge proprio questo servizio: informazione e consulenza sulle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e sulla formazione superiore italiana e internazionale.
Nello specifico il Cimea funziona come una enorme banca dati, volta ad approfondire i sistemi di istruzione superiore di ogni paese e la corrispettiva legislazione nazionale.