Sono oltre 5,3 milioni gli stranieri residenti in Italia , quelli con cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia. Gli stranieri residenti rappresentano il 9% dell’intera popolazione residente in Italia. La comunità più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 23 % di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Albania con circa il 9% e dal Marocco con l’8%. Se a questi si aggiungono i non residenti il totale sale a circa 6,5 milioni , il 10% della popolazione che vive in Italia.
Come cambieranno i numeri dopo questa epidemia? Come cambieranno le abitudini dei viaggiatori e soprattutto dei lavoratori e delle imprese nel nostro paese? Al momento è impossibile dare risposte a queste domande, possiamo solo analizzare uno dei settori più colpiti: il turismo.
Solo a Roma e nel Lazio l’effetto “disdetta” causata dalla paura virus ammonta ad oltre 500 milioni di euro. Ad incidere sono soprattutto i turisti cinesi che nel 2019 hanno superato i 3 milioni in progressivo aumento negli ultimi due anni, con Roma che resta la meta più ambita dopo Parigi.
Il crollo del turismo, contestualmente, fa registrare la perdita di oltre 10 mila posti di lavoro non solo gli alberghi ma anche tutti i servizi collegati come le guide turistiche e la ristorazione.
Non sono mancate anche scene di razzismo e ghettizzazione come quella accaduta ad una cinese alla quale è stato ordinato di scendere dal bus. L’episodio è accaduto nei giorni scorsi a una ragazza cinese che da Cuneo stava viaggiando a bordo di un autobus verso Torino. La giovane, per la psicosi da coronavirus, è stata fatta sentire non gradita, e così costretta a scendere a terra. Nel giro di pochi giorni con la diffusione dei contagi l’Italia è diventata l’untore dell’Europa.
Il significato di untore come diffusore di virus mortali risale alla peste di Milano, del 1630, per indicare chi diffondeva il contagio spalmando sulle porte delle case, nelle chiese un unguento malefico. Lo scrittore Alessandro Manzoni lo riporta nel famoso romanzo «I promessi sposi». Manzoni, inoltre, nel romanzo “storia della colonna infame” del 1840 ricostruisce il processo intentato a Milano, durante la terribile peste del 1630, contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, e giustiziati, in seguito ad un’accusa infondata. Erano Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, davanti alla cui casa venne eretta una colonna con l’iscrizione dell’accusa infamante. Solo nel 1778 la Colonna Infame, quando ormai era chiara l’innocenza dei condannati, fu abbattuta. Nel Castello Sforzesco di Milano se ne conserva la lapide.
Ma la storia ci ha “regalato” untori in ogni epoca questo per l’ignoranza sui reali meccanismi di trasmissione delle malattie , un esempio eclatante è stato tutto ciò che si è consumato a seguito della diffusione, negli anni ottanta del virus HIV , meglio noto come AIDS.
Finora la maggior parte delle analisi ha preso in considerazione le conseguenze del virus sugli esseri umani ma ad oggi il paziente più infetto, quello che desta in condizioni gravissime è l’economia e non solo quella italiana. Il coronavirus è calato sui mercati internazionali come un tsunami provocando moti ondosi anomali a catena, il classico evento esterno non previsto dagli addetti ai lavori e forse troppo sottovalutato fino a oggi, causa eccessivo ottimismo circa la capacità del sistema economico di affrontare l’emergenza coronavirus.
Un’influenza temporanea, circoscritta al solo mercato cinese non avrebbe mai potuto interrompere la scalata decennale delle borse azionarie globali, eppure l’impensabile evento “di coda”, nonché lo scenario negativo, si è verificato e ha scosso gli investitori di tutto il mondo.
Non possono esserci risposte per l’economia , per i tempi della ripresa e per lo scenario mondiale post virus ma ora , adesso non è il momento dei localismi, di inutili egoismi o protagonismi particolari. Occorre dare fiducia alla scienza e seguire le istruzioni che ci vengono date. Con l’amore e il rispetto di tutti gli esseri umani e di chi in questo momento sta mettendo in gioco la propria vita per la salvezza degli altri e soprattutto con la collaborazione di tutti supereremo questa emergenza per rinascere più forti di prima facendo tesoro dell’insegnamento delle nostre paure e dei comportamenti che stanno caratterizzando e cambiando l’approccio al quotidiano e la visione del futuro.