L’Italia dopo quasi due mesi di lockdown ha deciso che il 3 giugno riaprirà le frontiere e gli aeroporti per accogliere i turisti europei.
L’Italia cerca di salvare la stagione turistica chiedendo collaborazione tra i Paesi per consentire la libera circolazione delle persone sul suolo europeo il prima possibile.
Dal 3 giugno non ci saranno più limitazioni per cittadini italiani e il Governo si impegnerà a fornire report settimanali sull’andamento epidemiologico regione per regione, augurandosi che anche altri Paesi dello spazio Schengen facciano altrettanto.
La Germania punta a eliminare l’allerta sui viaggi attualmente in vigore su scala mondiale il 15 giugno e analoga decisione verrà presa dalla Francia.
La Grecia riaprirà le sue frontiere al turismo il 15 giugno, fiduciosa di una ripresa dopo la pandemia. L’Austria anche se i voli per l’Italia sono formalmente attivi ha deciso di aprire i collegamenti ferroviari dal 25 giugno. La Finlandia ha optato per un’apertura progressiva, in ragione della progressiva diffusione del COVID-19, con data ultima il 30 giugno. Infine ad est la Polonia ha deciso di aprire le sue frontiere il 12 giugno per tutti gli stranieri. Rimangono alcuni Paesi che considerano l’idea della riapertura delle frontiere prematura a causa dell’eterogeneità dei tassi di diffusione del virus.
Dopo mesi costretti a rimanere nelle proprie abitazioni, i cittadini europei sono desiderosi di ritornare a viaggiare, l’importante è ricordare che ora vige una convivenza con un nemico invisibile. In questo periodo diventa di primaria necessità pensare a una tutela sanitaria. Nei prossimi mesi molti cittadini europei decideranno di stabilirsi in Italia magari per studio o per ricongiungersi con un proprio familiare e la prima preoccupazione sarà se si è coperti dal Sistema Sanitario Nazionale. I cittadini comunitari hanno diritto agli stessi livelli di assistenza di un cittadino italiano per soggiorni in Italia di massimo 90 giorni dopodiché dovrà obbligatoriamente iscriversi all’anagrafe del comune scelto ed essere in possesso di una copertura sanitaria o iscriversi volontariamente al S.S.N.