Secondo molti studi sociologici, le nuove generazioni passano in media dalle 4 alle 6 ore davanti allo smart phone. Questo trend prende piede anche tra i così detti boomers, fino ad arrivare alla Generazione Z.
Secondo alcuni, questa tendenza è positiva, in quanto permette alle nuove generazioni di poter interagire letteralmente con il mondo intero, senza limiti e barriere. Altri, invece, pensano che passare tutto questo tempo sui social network va a compromettere le capacità relazionali dei più giovani, con conseguenze distopiche sulle future generazioni.
Ovviamente, questi due approcci antitetici rappresentano il bianco e il nero in un dibattito potenzialmente infinito tra i benefici e i limiti della connettività e dei social media. Ma qualcosa di disruptive è all’orizzonte, qualcosa che potrebbe scuotere questo dibattito dalle fondamenta.
Il metaverso
Il termine metaverso nasce dalla penna di Neal Stephenson, autore di un romanzo fantascientifico nel quale i protagonisti vivevano in una realtà virtuale sotto forma di avatar. Questa idea è stata ripresa molte volte nel cinema, come ad esempio in “Ready Player One” di Steven Spielberg, ma perché ne parliamo proprio ora?
Nel 2021, Mark Zuckemberg, fondatore di Facebook, ha annunciato la sua intenzione di cambiare il nome della sua società in “Meta”. Questa mossa ha spiazzato il mondo dei social media, destabilizzato dall’annuncio del miliardario statunitense. L’idea alla base del cambiamento è semplicissima, creare quello che Neal Stephenson aveva ideato nel suo romanzo: una realtà virtuale in cui vivere.
Si chiamerà Horizon, e si potrà accedere tramite dei device come gli oculus e cuffie. Ma cosa si può fare in Horizon? Ancora una volta la risposta è tanto semplice quanto inquietante: tutto. Dalle azioni che svolgiamo nella nostra vita quotidiana a tutto quello che si fa normalmente nel momento in cui si accede a un mondo non fisico.
Sarà quindi possibile, tramite avatar, partecipare a riunioni con gli amici, così come ai safari e gite con il kayak, rimuovendo il limite dello spostamento fisico degli utenti. Ma è tutto oro quel che luccica?
I limiti del progetto
Tutto molto bello, possibilità infinite di muoversi, conoscere, esplorare e imparare, ma soffermiamoci un attimo sulle implicazioni di questa vita digitale.
Trattandosi di uno spazio digitale in cui tutto è lecito, quale ordinamento giuridico si applicherà nel metaverso? Chi deciderà cosa si può fare e cosa non? Queste domande acquisiranno peso maggiore man mano che il metaverso prenderà piede.
Inoltre, ha già fatto notizia il fatto che diversi giganti del mondo degli investimenti si siano mossi con ampio margine per acquistare territori, terreni e shops all’interno del metaverso. La questione in tal caso si riduce ai minimi termini: chi arriva prima, e ha disponibilità economica, potrà accaparrarsi le basi per poter accrescere le proprie ricchezze. E gli altri?