Anche quest’anno è arrivata la Festa della Donna, una celebrazione mai banale, anzi, quantomai importante visto l’elevato numero di femminicidi e di discriminazioni di genere. Ma perché si festeggia l’otto marzo?
Il tema della parità di genere, o gender gap, è una questione molto spinosa ma sempre attuale. La disparità di trattamento tra uomo e donna è qualcosa di tangibile sotto molti punti di vista, nonostante corra l’anno 2022.
A livello sociale, le nuove generazioni combattono per sradicare stereotipi anacronistici, mentre dal punto di vista lavorativo la differenza resta eclatante, con un divario che non accenna a ridursi.
In questo contesto, si avvicina la giornata internazionale della Donna, ridotta semplicisticamente alla Festa della Donna. Oggi proveremo a capire perché si festeggia e cosa celebra la data dell’Otto marzo.
Le origini della giornata internazionale della donna
Attorno alla giornata internazionale della Donna c’è sempre stato molto dibattito. In molti si sono spesi, con argomentazioni fittizie, in merito alla scelta della data di questa giornata. Ci sono varie interpretazioni che si sono susseguite nel tempo: c’è chi parla di una ricorrenza in memoria di un incendio a New York, in cui persero la vita 130 donne, e chi, invece, fa ricadere la scelta dell’otto marzo alla Comune di Parigi durante la Rivoluzione francese.
La verità, però, è tutt’altra. L’origine di questa giornata ha radici nei primi anni del 900’, quando, all’interno della società di massa comincia ad organizzarsi una componente femminile che rivendica i propri diritti.
Evento cesura è senza ombra di dubbio il settimo Congresso della Seconda Internazionale Socialista tenutosi a Stoccarda nel 1907. In questa occasione diverse personalità importanti dell’epoca si incontrarono per discutere di temi quali il colonialismo, le ideologie politiche e le rivendicazioni sui diritti delle donne, come il voto e l’emancipazione.
Come spesso accade in queste circostanze, non seguirono fatti concreti a questa presa di coscienza da parte del nascente movimento femminista europeo e americano. Anzi, si creò una vera e propria spaccatura tra le principali fazioni interne che componevano la galassia femminista occidentale: da una parte le “femministe borghesi” americane, dall’altra le “donne socialiste” europee.
La componente ideologica giocò un tiro mancino alle due fazioni che rivendicavano la stessa causa, ovvero l’ottenimento del suffragio universale. Le “borghesi americane” concretizzarono i loro sforzi convogliando, il 23 febbraio del 1910, il primo “Women’s day”.
Le “donne socialiste” europee invece, dovettero aspettare sette anni e una guerra mondiale per unirsi e reclamare una celebrazione collettiva.
La genesi della celebrazione
È il 1917, la Prima Guerra Mondiale ha devastato ciò che resta dell’impero russo. In questo tesissimo contesto, il 23 Febbraio del calendario russo (l’Otto marzo occidentale), le donne russe organizzarono una grande manifestazione per far cessare la guerra. La polizia dei cosacchi non riuscì a bloccare la protesta, dimostrando la sua completa incapacità di governare il Paese.
Fu così che a seguito di questa manifestazione, la retorica sovietica dichiarò l’otto marzo l’inizio della rivoluzione Bolscevica e la Giornata Internazionale dell’Operaia, in seguito adottata da paesi come l’Italia e la Germania, consacrando così la giornata internazionale della Donna.