Il visto di ingresso e, eventualmente, il permesso di soggiorno per motivi religiosi sono titoli di viaggio concepiti appositamente per agevolare le comunità religiose, per pellegrinaggi e scambi inter-religiosi. Tramite questi documenti, il religioso è libero di viaggiare e/o soggiornare nei Paesi di interesse.

Ma come si ottiene un visto e/o un permesso di soggiorno per motivi religiosi? Welcome Association Italy, da sempre al fianco dei cittadini stranieri che arrivano in Italia, propone una breve guida dedicata a tutti i religiosi che, per un motivo o per un altro, si avviano all’ottenimento di questi titoli per soggiornare legalmente in Italia. Il visto di ingresso per motivi religiosi, inoltre, è un titolo particolarmente richiesto nel nostro Paese per il più semplice dei motivi, la presenza dello Stato della Città del Vaticano, che ogni anno attira milioni di fedeli cristiani. Attenzione. Sebbene l’affluenza dei fedeli cristiani sia molto alta in Italia, è necessario affermare e ribadire che ci sono molte altre comunità religiose nel Bel Paese, e Welcome Association Italy si rivolge a tutti.

Come ottenere un visto di ingresso per motivi religiosi in Italia? Semplicemente seguendo questa breve ed esaustiva guida.

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Ricerca informazioni

Il primo step per pianificare un viaggio religioso in Italia è la raccolta di informazioni per l’ottenimento del visto di ingresso in Italia. Questa ricerca può essere espletata tramite diversi canali:

  • Il portale Visto per l’Italia del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale;
  • Il sito web dell’Ambasciata/Consolato italiano nel Paese d’origine;
  • Siti web di organizzazioni religiose locali o internazionali;
  • Agenzie viaggio specializzate.

Welcome Association Italy consiglia sempre di utilizzare i portali istituzionali per poter raccogliere le informazioni, in quanto espressione diretta delle direttive del Paese destinazione.

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Raccolta documentazione visto di ingresso motivi religiosi

Come per qualsiasi visto, ci sono dei documenti da raccogliere e da inoltrare alle autorità di rappresentanza nel Paese di origine del religioso. Sebbene l’elenco possa variare da Paese a Paese, la documentazione richiesta implica sempre:

  • Documento attestante la condizione di religioso;
  • Documento attestante il carattere religioso della manifestazione/evento al quale si intende partecipare;
  • Copertura sanitaria conforme alla direttiva del Testo Unico dell’Immigrazione;
  • Dimostrazione dei mezzi si sostentamento secondo direttiva del Testo Unico Immigrazione. In alternativa, l’ente religioso ospitante può farsi carico del richiedente tramite modulistica apposita;
  • Titoli di viaggio andata e ritorno;
  • Formulario per la richiesta del visto di ingresso, passaporto e fototessere aggiornate;
  • Documentazione attestante invito o dichiarazione dell’ente religioso ospitante.

Una volta raccolta la documentazione, il religioso potrà inoltrare il tutto, in via telematica o di persona, alle rappresentanze italiane nel Paese di origine. È sempre consigliabile compilare e raccogliere i documenti richiesti con molta cura, e verificarne l’autenticità, per evitare di incorrere in un diniego del visto.

Condizione di religioso e carattere religioso dell’evento

Nella documentazione richiesta per il rilascio del visto di ingresso per motivi religiosi ci sono due peculiarità, proprie del titolo: documento attestante la condizione di religioso e il carattere religioso dell’evento.

Si intendono religiosi coloro che:

Per quanto riguarda il carattere religioso dell’evento, invece, come indicato nella documentazione, è necessario un invito da parte dell’ente religioso o una dichiarazione di partecipazione all’evento.

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Tempistiche e costi del visto di ingresso per motivi religiosi

Una volta inoltrata la documentazione il religioso richiedente deve attendere l’elaborazione della pratica da parte delle rappresentanze italiane. Le tempistiche per l’ottenimento del visto possono variare in base alle diverse casistiche alle quali il religioso ha accesso:

Richiesta standard: si consiglia al religioso di muoversi per tempo, in quanto le tempistiche sono in relazione alla mole di lavoro della rappresentanza diplomatico-consolare.

Richiesta speciale: in alcuni Paesi c’è la possibilità di agevolare le tempistiche in caso di motivi urgenti/partecipazioni ad eventi importanti. Questa procedura però non è disponibile in tutti i Paesi, ed implica l’esborso di cifre aggiuntive da parte del richiedente.

In questa fase di attesa è fortemente consigliato monitorare i propri recapiti poiché, in determinati casi, le autorità italiane nel Paese di origine posso richiedere ulteriore documentazione o anche un’intervista in presenza. Per quanto riguarda i costi della richiesta, questi possono variare dalle €80,00 alle €200,00, a seconda del tipo di richiesta e del Paese di origine.

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Arrivo in Italia: la richiesta del permesso di soggiorno per motivi religiosi

Ottenuto il visto, il religioso è libero di entrare in Italia. A questo punto scaturiscono due scenari:

  • il religioso intende soggiornare in Italia per meno di 90 giorni;
  • il religioso intende richiedere un permesso di soggiorno oltre i 90 giorni.

Nel primo scenario, non ci sono problemi, in quanto il religioso ha già assolto tutti gli obblighi burocratici per il Visto Schengen Uniforme. Nel secondo scenario, invece, il religioso ha l’obbligo, entro gli otto giorni dall’ingresso in Italia, di inoltrare il kit postale per la richiesta del permesso di soggiorno per motivi religiosi (Visto di soggiorno di lunga durata o Visto Nazionale). Il permesso di soggiorno per motivi religiosi impone una procedura simile a quella effettuata per il visto, tramite la raccolta di diversi documenti da inoltrare al kit postale:

  • acquisto di una marca da bollo da € 16,00;
  • copertura sanitaria che copra malattia e infortuni con carattere di urgenza conforme ai requisiti richiesti del Testo Unico Immigrazione;
  • dichiarazione/invito dell’ente religioso ospitante/invitante;
  • passaporto con validità superiore alla scadenza del titolo richiesto;
  • fotografie aggiornate;
  • documentazione finanziaria o modulo di presa in carico da parte dell’ente religioso ospitante;
  • modulo di richiesta di soggiorno, debitamente compilato.

Raccolta la documentazione, non resta che inoltrare il tutto con il kit postale. Al termine della procedura, il richiedente ottiene la ricevuta di pagamento del kit postale. Questa ricevuta è estremamente importante in quanto:

  • Svolge funzione di documento di riconoscimento fino alla consegna del titolo di soggiorno;
  • Include i dati di accesso al Portale Immigrazione per monitorare lo status della pratica;
  • Include data e ora della convocazione per l’appuntamento in questura.

Per questi motivi, è consigliabile custodire con cura la ricevuta di pagamento del kit postale fino alla consegna del titolo di soggiorno vero e proprio.

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Appuntamento in questura e tempistiche di rilascio

Come per le tempistiche del visto di ingresso, anche la richiesta di permesso di soggiorno per motivi religiosi ha delle tempistiche non chiaramente definite. Ci sono dei casi in cui il richiedente ottiene l’appuntamento in questura a distanza di mesi dall’inoltro del kit postale. Questo è principalmente dovuto al numero di pratiche che le questure riescono a lavorare, per questo in piccoli centri la procedura può risultare celere e snella, mentre nelle grandi città potrebbe richiedere mesi. Prima del rilascio, però, il religioso richiedente deve sbrigare un ultimo adempimento burocratico-amministrativo, ovvero l’appuntamento in questura. Questa convocazione ha un triplice scopo:

Il check della documentazione è uno step molto importante perché molti richiedenti, per diverse ragioni, non riescono ad allegare tutti i documenti sopra elencati. Per porvi rimedio, le autorità riservano l’opportunità di integrare la richiesta del permesso all’appuntamento in questura. Tra i documenti che spesso i richiedenti non presentano c’è la copertura sanitaria, che merita una brevissima parentesi.

Il Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.) in Italia e le coperture private

Il richiedente permesso di soggiorno per motivi religiosi che riceve una remunerazione assimilabile ad un reddito da lavoratore in Italia ha diritto all’iscrizione obbligatoria e gratuita al Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.). Se, invece, non ha una remunerazione in Italia, può aderire volontariamente al S.S.N. Da gennaio 2024, in virtù di un cambio normativo disciplinato nella Legge di Bilancio 2024, il costo dell’adesione volontaria al S.S.N. ha subito una maggiorazione molto importante. Senza entrare nel dettaglio, è necessario affermare che il costo minimo di adesione volontaria al S.S.N. per i religiosi è pari a €2.000,00, da declinare in funzione del reddito. Per questo motivo, molti richiedenti si rivolgono alle coperture sanitarie private per poter presentare questo documento indispensabile per la richiesta di soggiorno.

Una volta integrata la documentazione, in questura si procede con il rilievo fotodattiloscopico, ovvero la presa delle impronte digitali. Infine, c’è la firma dell’Accordo di integrazione. Si tratta di un documento volto ad incentivare l’integrazione del cittadino non comunitario sul territorio italiano tramite un sistema di crediti. I crediti possono essere aggiunti a seguito di elementi positivi (iscrizione a corsi di formazione, contratti di locazione, titoli di studio) o sottratti in seguito da reati o violazioni della legge.

Terminate queste operazioni, il richiedente deve aspettare l’emissione della tessera fisica del permesso, che verrà successivamente inviata o ritirata dal richiedente.

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Codice fiscale e Iscrizione anagrafica

Oltre al titolo di soggiorno, il religioso deve contemporaneamente portare avanti altre due pratiche amministrativo-burocratiche: la richiesta del codice fiscale e l’iscrizione anagrafica.

Il codice fiscale è lo strumento attraverso il quale un cittadino può interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione e rendere tracciabili i propri dati fiscali allo Stato italiano. Il codice alfanumerico, composto da 16 caratteri, può essere rilasciato dalla Questura o facendo richiesta all’Agenzia delle Entrate.

L’altro elemento utile per il religioso extra UE titolare del permesso è l’iscrizione anagrafica. Si tratta di un atto amministrativo nel quale il richiedente dichiara il proprio domicilio e residenza legale in Italia. Tramite iscrizione anagrafica si ha accesso a identificazione fiscale, accesso a servizi pubblici ed esercizio di diritti civili. L’atto si svolge presso l’Ufficio Anagrafe del comune nel quale si è intenzionati a prendere la residenza.

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Rinnovo e conversione

Il permesso di soggiorno per motivi religiosi può avere durata pari a 12 mesi, successivamente il cittadino extra comunitario potrà scegliere se rinnovare o convertire il permesso. Nel caso del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi religiosi, il richiedente deve avviare la procedura a sessanta giorni dalla scadenza del titolo. Alla scadenza del titolo, il richiedente ha altri 30 giorni per regolarizzarsi. La procedura di rinnovo è molto simile alla richiesta di permesso di soggiorno. Il richiedente dovrà recarsi presso lo Sportello Amico di Poste Italiane, acquistare il kit postale, raccogliere i documenti richiesti e inoltrare il tutto. Le principali variazioni rispetto alla documentazione dello step (IV) sono:

  • il permesso scaduto;
  • il certificato di iscrizione anagrafica.

È possibile, alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi religiosi, richiedere una conversione del titolo a condizione che sussistano i requisiti per poterlo fare. Le principali conversioni richieste sono per Studio, Lavoro o Ricongiungimento familiare.