Viaggiare per l’Italia è come fare una un giro negli studios Disney, sembra tutto fantasia. Fra castelli, basiliche, mari e fiumi che anche quando non ci sono, si inventano.
C’era una volta, e c’è ancora, una piccola città di nome Bologna che era nata ai piedi di alcuni colli e che non veniva attraversata da nessun corso d’acqua. L’ingegno bolognese, volle imporsi alla natura nel medioevo e deviare il fiume Reno ed il torrente Savena creando così una rete di canali. I canali di Bologna risalgono al XI secolo e servirono per secoli alla vita ed all’economia cittadina.
Bologna, famosa nel medioevo per la lavorazione della seta e del grano, costruì numerosi mulini sulle rive dei canali: Navile, Savena, Cavaticcio, Canale delle Moline e il Reno. Questi canali, navigabili, confluivano tutti al canale Navile e percorrendo un ramo del Po si arrivava fino all’Adriatico.
I canali servirono come fonte di vita per secoli e durante la Seconda Guerra Mondiale anche da bunker e rifugio per i cittadini.
Con l’arrivo dell’elettricità e il conseguente cambiamento del sistema produttivo, i canali cittadini furono coperti e dimenticati, ma non del tutto.
Alcuni pezzi dei percorsi sono ancora visibili e sono stati adibiti ad attrazione turistica.
Un esempio è via delle Moline, a pochi passi dalla stazione. Qui è possibile osservare un tratto piuttosto lungo del Canale di Reno, riportato alla luce soltanto nel 1998. In questo punto, il corso fa una svolta per poi farsi vedere nella stradina accanto dove si trova la famosa Finestrella di Via Piella. Sotto un portico semplice, come tutti gli altri, ad un tratto si vede una finestrina piccola, piccola che nasconde una vista mozzafiato dell’acqua che passa sotto i nostri piedi e sfocia in mezzo alle case dei cittadini.
Da menzionare assolutamente è anche il Parco del Cavaticcio, uno dei luoghi più significativi della città. Qui, infatti attorno alla metà del ‘500 sorgeva l’antico porto urbano di Bologna, e scorreva il canale Cavaticcio, una diramazione del Reno stesso. Oggi l’area è stata riconvertita in un polo culturale e artistico che comprende musei, centri culturali e la cineteca cittadina, e la zona del porto trasformata in un parco, sede di eventi e festival.
Questo è un ritrovo di turisti da tutto il mondo e dei numerosi studenti anche stranieri dell’Università di Bologna.
“Sovente, alle due di notte, rientrando nel mio alloggio, a Bologna, attraverso questi lunghi portici, l’anima esaltata da quei begli occhi che avevo appena visto, passando davanti a quei palazzi di cui, con le sue grandi ombre, la luna disegnava le masse, mi succedeva di fermarmi, oppresso dalla felicità, per dirmi: Com’è bello!”
Stendhal