Le prime attestazioni di questo alimento risalgono al IV secolo a.C. grazie ad Aristofane, il quale scrive del “laganon”, un impasto a base di acqua e farina, tirato e tagliato a strisce spesse.
Questo prodotto conquistò anche i palati dei Romani e, a prova di questo, sono rinvenibili molti riferimenti narrativi al “laganum”, che indicava sfoglie di pasta, probabilmente le antesignane delle nostre lasagne: questa ricetta appare anche nel “De re coquinaria”, opera di Apicio, uno dei testi di cucina più antichi del mondo.
Con l’avvento del Medioevo arriva una svolta nel processo di innovazione della pasta: si sviluppano nuovi formati e, soprattutto, cotture, passando dal forno alla bollitura.
L’origine del processo di essiccazione, tuttora in uso, è da attribuire alle popolazioni arabe del deserto: dal momento che l’acqua era un bene raro per la preparazione della pasta fresca ogni giorno, questo processo consentiva ai viaggiatori di conservare il più a lungo possibile la pasta, come specificato in un manuale arabo del IX secolo d.C., in cui si legge di un formato particolare, dal nome “rista”, simile a piccoli cilindri forati: praticamente un’antica versione degli attuali maccheroni!
Ulteriori riferimenti alle origini arabe della pasta secca si trovano in uno scritto del 1154, nel quale viene riportata la descrizione delle “tria”, una pasta composta da diversi fili arrotolati, che approdò anche in Sicilia, presso la corte di Federico II, il quale fece redigere e diffondere il libro arabo “Kitab al-Tabikh”, nel quale vengono citate anche le paste ripiene.
Tra il XVII e il XVIII secolo Napoli viveva in una condizione di miseria dovuta a un sovrappopolamento demografico, che spinse la città a rendersi autonoma, a costruire le fabbriche di produzione della pasta, con lo scopo di sfamare la popolazione allo stremo: queste fabbriche tuttora hanno una nomea importante e sono ubicate a Gragnano, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Gli spaghetti sono il primo tipo di pasta che debutta sulle tavole della popolazione, condita principalmente con pomodori e basilico: terminato il periodo della crisi e della fame, verso la fine dell’Ottocento, nessuno rinunciò a questa pietanza.
Oggi la pasta è uno dei simboli dell’Italia nel mondo, con ogni regione che presenta le proprie specialità, migliaia di ricette differenti da zona a zona, ma con al centro la convivialità di dividere un pasto tutti insieme, che sia in famiglia o on gli amici.
Un piatto di pasta va assaggiato nelle vere trattorie, osterie e ristoranti italiani: sia che veniate per turismo sia che vi troviate già in Italia per studio o altre motivazioni, non potete perdervi questa esperienza unica!