Questo articolo prende spunto non tanto dal fatto che abbiamo seguito questo evento poco tempo fa, ma perché non si era mai visto un successo così mastodontico di una canzone vincitrice di questo contest, come quest’anno. Infatti, il gruppo italiano Måneskin sta scalando le classifiche vertiginosamente, sta registrando dei record a livello mondiale.
Ma andiamo per gradi. Cominciamo con narrare la storia del contest che ha avuto inizio nel lontano 1956 in un’Europa che ancora si stava fasciano le ferite dopo la Seconda Guerra Mondiale. La prima edizione di tenne in Svizzera e vinse in casa Lys Assia con “Refrain”.
Come funziona il voto
Probabilmente tutti sanno che la votazione dei giurati e adesso, anche del pubblico tramite il televoto, è particolare. Difatti, non è concesso l’auto-voto. I giurati scelti da ogni paese possono votare per tutti gli altri tranne che per il proprio cantante. Si può presumere che i voti per una canzone arrivino dai connazionali che vivono e risiedono fuori dal proprio paese.
Nella prima edizione però, non funzionò così. Fu permesso l’auto-voto. Ma solo per quella volta.
Questo contest è stato sempre e ininterrottamente trasmesso dal 1956, tranne che nel 2020 a causa del COVID-19, ed è considerato uno degli eventi più longevi della storia. L’Italia non vi ha sempre preso parte ma quando è stata fra i partecipanti si è piazzata sempre discretamente. Finora sono state ottenute solo tre vittorie: nel 1964, Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età”; nel 1990, Toto Cutugno con “Insieme: 1992” e infine quest’anno, i Måneskin con “Zitti e buoni”
Lo sapevi che…?
Lo sapevi che nel 1974, Gigliola Cinquetti partecipò al festival con un brano intitolato “Sì”. Questa edizione si tenne il 6 aprile ma fu trasmessa in Italia solo due mesi dopo, perché in Italia il 12 e il 13 Maggio di quell’anno si tenne il referendum abrogativo della legge sul divorzio entrata in vigore il 1970. Si pensava che la canzone potesse offuscare le idee agli italiani votanti, e canticchiando il ritornello della canzone nella cabina elettorale, votassero “Sì” invece di “No”.
“La decisione rientra in una serie di provvedimenti presi dalla Rai per garantire un’informazione obbiettiva in vista del referendum” La Stampa, 31 marzo.
A proposito, vinse il “No”! Ma sarebbe andata così comunque? L’incoscienza avrebbe prevalso sopra la ragione? Non lo sapremo mai.