E' una tradizione ormai consolidata nel nostro Paese, soprattutto nel weekend, passare in compagnia di amici le tarde ore del pomeriggio davanti a un cocktail, un bicchiere vino o di birra, spiluccando qualche stuzzichino, seduti al tavolino di un bar o di un'enoteca. Questo particolare rito ha preso il nome di aperitivo, ed è una originale invenzione italiana, nata a Torino nel 1786, e poi sviluppatasi nel resto del mondo.
Ma quali sono i cocktail italiani più famosi?
Negroni
Originario di Firenze, fu inventato dal Conte Camillo Negroni, frequentatore del locale più in voga nei primi del Novecento nel capoluogo toscano, il "
Caffè Casoni", in pieno centro a Firenze. All’epoca, il barman Fosco Scarselli, era solito preparare un cocktail chiamato “l’Americano”, poichè il bar era frequentato dall’aristocrazia toscana e da turisti angloamericani. Anche il Conte Negroni non disdegnava questo cocktail, ma dopo uno dei suoi viaggi in Inghilterra, si innamorò perdutamente del gin: fu allora che chiese al barman di preparare un “Americano”, aggiungendo proprio del Gin. Esiste anche la versione del “Negroni Sbagliato”, ottenuta invertendo le dosi classiche.
Spritz
Originario del Nord-Est, le origini sono molto antiche: sembra sia nato durante la dominazione austriaca nell’area lombardo-veneta. Essendo i soldati d'oltralpe grandi consumatori di birra, per loro i nostri vini erano troppo alcolici e, quindi, di conseguenza pensarono di allungare il vino con acqua gassata: il nome del cocktail, infatti, deriva dal verbo tedesco “
Spritzen”, che significa appunto ‘spruzzare’. Ancora oggi, in qualche zona del Friuli-Venezia Giulia, se viene chiesto uno Spritz, al tavolo viene servito del vino bianco con acqua gassata o con della soda. Negli anni ‘20, con l'introduzione nel nostro Paese del
bitter, si iniziò a amalgamare con quest'ultima bevanda la miscela di acqua e vino.
Bellini
A differenza degli altri cocktail italiani, il Bellini ha una data di nascita ben precisa e un creatore noto al grande pubblico: nel 1948, il Capo barman dell’Harry’s Bar di Venezia, Giuseppe Cipriani, diede vita a questa unione tra il prosecco e la polpa di pesca bianca. Il colore rosato che ne derivò, fece ricordare a Cipriani un dipinto di Giovanni Bellini, pittore veneziano, al quale fu dunque dedicato. Sembrerebbe che fosse il cocktail preferito di Ernest Hemingway, il celebre scrittore americano, che frequentava assiduamente la città lagunare.
Se sei un
turista oppure un
cittadino straniero soggiornante in Italia, non puoi rinunciare a un
must della tradizione del Bel Paese, rilassandoti al tepore del tramonto e sorseggiando un refrigerante cocktail.
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