Fridays for Future: una lotta per la sopravvivenza del pianeta

Nel famoso romanzo “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll, Alice chiede al Bianconiglio “Per quanto tempo è per sempre?”, e lui risponde “A volte, solo un secondo”. Oggi il “secondo” di Alice è il grado centigrado e il “per sempre” significa l’irreversibilità del cambiamento climatico, che sconvolgerà le nostre vite e le nostre società se non rispetteremo il tetto massimo di 1,5 gradi centigradi fissato dal G20 lo scorso 31 ottobre 2021. A ricordare l’urgenza nell’implementazione di azioni concrete per rispettare il taglio del 45% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e arrivare a zero emissioni entro il 2050, è il movimento Fridays for Future con il nuovo sciopero globale per il clima previsto per il 25 marzo. Lo scopo di questa manifestazione è chiedere ai governi di tutto il mondo di intervenire nella lotta al cambiamento climatico attraverso leggi che favoriscano la transizione energetica, e quindi una dipendenza sempre minore dai combustibili fossili. Le scelte climatiche che prenderemo oggi, servono per salvaguardare il futuro del nostro pianeta, ma anche per aiutare le aree del pianeta più dilaniate dall’aumento delle temperature, che hanno causato la distruzione di numerose comunità indigene e la creazione dei migranti ambientali, ovvero persone che fuggono dal proprio Paese a causa dei disastri naturali, come terremoti, alluvioni, siccità, etc. Secondo il report Global Trends dell’UNHCR, infatti, nel 2020, 82,4 milioni di persone (di cui il 42% sono minori ) sono state costrette a migrare, numero quasi raddoppiato rispetto a quello riportato per il 2010 (poco meno di 40 milioni), e  aumentato del 16,4% anche  solo  rispetto  al  2018 (70,8 milioni nel 2018). I danni ambientali e di salute non riguardano solamente le popolazioni e le aree del pianeta più fragili. Infatti, secondo il report del 2022 dell’Ipcc, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa del cambiamento climatico, si prevede che in Europa ci saranno ingenti perdite delle produzioni agricole a causa di un aumento della siccità, una netta riduzione delle precipitazioni e risorse idriche sempre più scarse. Ma ciò che ci circonda influisce anche sul nostro stato mentale: uno studio pubblicato sulla famosa rivista scientifica inglese Lancet, ci dice che su 10mila giovani tra i 16 e i 25 anni, più del 50% esprimeva  emozioni come tristezza, ansia, rabbia, impotenza, mancanza di aiuto e senso di colpa di fronte al cambiamento climatico. Il 45% ha dichiarato che questi sentimenti influiscono negativamente sulla propria vita quotidiana. Insomma, i pericoli purtroppo ci sono e se i governi di tutto il mondo e anche noi singoli cittadini non cambiamo il nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda, purtroppo i danni saranno irreversibili e non ci sarà più tempo per salvare il nostro “Paese delle Meraviglie”. Una cosa, intanto, la possiamo fare: partecipare il 25 marzo allo Sciopero Globale per il Clima! Per maggiori informazioni sugli scioperi globali è possibile consultare fridaysforfuture.org/March25.   #PeopleNotProfit        

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