Si sono tenute a Roma, lo scorso ottobre, le riunioni dei leader delle prime 20 economie mondiali. All’evento hanno partecipato anche i Ministri dell’Economia, i leader di alcuni Paesi invitati e dei rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali.
Tre le parole chiave al centro del dibattito:
people,
planet and
prosperity
I temi principali
Persone: l’obiettivo è quello di ridurre le disuguaglianze globali, cercando vie per tutelare le fasce di popolazione più vulnerabili:
donne, giovani e
lavoratori precari.
Centrale il tema dei vaccini contro il coronavirus. I Paesi del
G20 hanno ribadito l'obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022.
Clima: confermato il fondo di 100 miliardi per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo, per affrontare la sfida della transizione ecologica nei prossimi anni.
I leader hanno trovato l'accordo sulla necessità di agire per mantenere entro il tetto massimo di 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale per metà secolo. Andando oltre gli impegni degli accordi di Parigi, che prevedevano un limite di 2 gradi.
La scadenza indicata nella dichiarazione finale riguardo al raggiungimento delle emissioni zero, portando a compimento il processo di decarbonizzazione, è fissata per "la metà del secolo".
Prosperità: ossia come risolvere la crisi economica che, trainata dagli effetti della pandemia, ha colpito molti Paesi del mondo. La crescita globale dovrebbe essere intesa come uno strumento per garantire “prosperità” per tutti. Le nuove tecnologie e la trasformazione digitale saranno formidabili volani per promuovere una migliore qualità della vita. La comunità internazionale si sforzerà di rendere la digitalizzazione un'opportunità per tutti.
Due grandi assenze
L’assenza fisica di Putin e Xi Jinping a Roma sembra l’unica nota stonata di questo summit e al tempo stesso lo specchio reale della linea di faglia di tensioni che attraversa il G20.
I due hanno disertato anche il
COP26 di Glasgow e hanno scelto di affidare i propri interventi a dei collegamenti video.
Putin chiede il riconoscimento reciproco dei vaccini e dei relativi
green pass.
Xi Jinping avanza la stessa richiesta e continua accusando l’occidente di strumentalizzazione della pandemia in funzione “anti-cinese”. Resta la convinzione che gli altri Paesi stiano lavorando per bloccare l'ascesa della Cina e mantenere il monopolio su alcune tecnologie strategiche.
Pechino ha adottato una politica zero Covid, con lockdown totali, che ha rinchiuso il Paese in una bolla per niente pronta ad aprirsi.
Per quando riguarda l’ambiente, Cina e Russia già da tempo hanno ribadito di non voler vedere condizionate le proprie scelte da politiche occidentali.
I due leader seguono logiche affatto diverse da quelle dei Paesi democratici, e tutto vogliono fuorché ritrovarsi oggetto di pubbliche pressioni alle quali non intendono rispondere.
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