Se chiedessimo a qualsiasi cittadino straniero tre caratteristiche del nostro Paese, probabilmente avremmo, nella maggior parte dei casi, le stesse risposte: cultura, moda e cibo.
Certo, potremmo ribattere che ci sono altre centinaia di tratti distintivi, ma nella visione di massa questi tre elementi sono radicati nel pensiero di qualsiasi amante del Belpaese.
Forse quello che più stuzzica è proprio il cibo e, in particolar modo, la
Pizza.
Non esiste angolo nel mondo nel quale non sia presente una pizzeria, con tutte le varianti del caso sia chiaro, anche con prodotti per noi inconcepibili come ananas, banane, fragole e, addirittura, con... la pasta!
Ma come nasce la pizza? Quali sono le sue origini?
La storia della pizza è un viaggio millenario che si snoda tra il Medio Oriente, il Nord Africa, la Roma Imperiale, l’Italia Longobarda e, soprattutto, l’intero Sud Italia.
Già nel periodo Neolitico, in Medio Oriente, gli abitanti iniziarono a cuocere sulla pietra polente di cereali macinati e pane azzimo. Successivamente, grazie agli antichi Egizi, si ebbero le prime forme di lievitazione naturale con la conseguente invenzione del pane. Documenti storici attestano che in Grecia venissero prodotti più di 70 tipi di pane.
L’excursus prosegue nell’Antica Roma, dove i contadini iniziarono a incrociare i diversi tipi di farro conosciuti, dando vita alla farina (infatti l’etimologia della parola deriva proprio dal latino “far”, ovvero farro): impastandola con chicchi di frumento macinati con acqua, erbe aromatiche e sale, cuocevano questa focaccia rotonda sulla cenere dei focolari.
Nell’VIII secolo d.C., con l’arrivo in Italia dei Longobardi, inizia a circolare nel nostro Paese un nuovo vocabolo “Bizzo”, in tedesco “Bizzen” la cui traduzione letterale è “morso”.
Nel 1535, per la prima volta, compare il nome Napoli associato a questo alimento e, nella fattispecie, il poeta Benedetto di Falco nella sua “Descrizione dei luoghi antichi di Napoli” scrive testualmente che “la focaccia, in napoletano, è chiamata pizza”.
La
prima ricetta della
pizza è del
1858, una sorta di
Margherita ante litteram, con mozzarella e basilico, mentre il pomodoro veniva considerato ancora un ingrediente facoltativo.
Dopo che i pizzaioli napoletani avevano diffuso varie tipologie di pizza,
nel 1889 si arriva all’approvazione ufficiale durante la visita in città degli allora sovrani d’Italia, il re Umberto I e la Regina Margherita.
Durante la passeggiata di rappresentanza per i vicoli del capoluogo campano, i regnanti furono accolti da
Raffaele Esposito, il più rinomato pizzaiolo dell’epoca, il quale
realizzò tre diversi tipi di pizza: la
Mastunicola (strutto, formaggio e basilico), la
Marinara (pomodoro, olio, aglio e origano) e la pizza
Pomodoro, Mozzarella e Basilico per simboleggiare il tricolore nazionale.
La Regina apprezzò talmente tanto quest’ultima che ringraziò per iscritto Raffaele Esposito, il quale contraccambiò dando il nome della Regina alla sua creazione.
Da quel momento, grazie all’emigrazione di massa dei pizzaioli del Sud Italia, la pizza si è diffusa in tutti gli angoli del mondo, fino ad ottenere,
nel 2017, il premio più ambito nell’immaginario collettivo: l’
elezione a Patrimonio mondiale dell’Unesco dell’Arte tradizionale dei pizzaioli napoletani.
Per chi nei prossimi mesi deciderà di pianificare una visita nel nostro Paese alla scoperta del buon cibo che l'Italia offre, ricordati di verificare di possedere una
copertura adeguata che ti tuteli nel tuo viaggio.
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