E se il lavoro non limitasse geograficamente le persone, e ognuno potesse scegliere liberamente da dove lavorare senza compromettere la sua attività professionale? In tal caso, saremmo tutti digital nomads.
La crisi sanitaria sembra affievolirsi di settimana in settimana, e torna alla ribalta un concetto che è stato già ripreso da Welcome Association Italy, ovvero la nuova normalità.
È importante padroneggiare e far proprio il concetto di nuova normalità, in quanto quest’ultimo entrerà a far parte delle nostre vite, volenti o nolenti. Pensare che dopo gli ultimi due anni la situazione sociale, lavorativa e sanitaria possa tornare agli standard pre-pandemia è irrazionale e lascia il tempo che trova.
La verità è che il Sars Cov-2 ha avuto un impatto molto più importante di quello che pensiamo. Ha cambiato le nostre abitudini, il nostro modo di vivere, i nostri hobby, e per molta gente ha cambiato anche il modo di interagire con il prossimo.
In questa transizione verso la famigerata nuova normalità, introduciamo uno dei cambiamenti forse più piacevoli introdotti dalla pandemia, ovvero i digital nomads.
Chi sono i digital nomads
Premessa: i digital nomads non sono una conseguenza del Sars Cov-2, ed esistevano prima dell’avvento della pandemia.
È abbastanza complesso elaborare una definizione univoca che riesca ad inquadrare cosa sono i digital nomads. In linea generale sono dei lavoratori che possono lavorare da remoto, senza limitazioni geografiche dettate dagli uffici fisici. Questa caratteristica permette loro di viaggiare mentre lavorano e lavorare mentre viaggiano.
La definizione di “nomadi” deriva dalla durata della permanenza media di questi lavoratori, che si aggira dai tre ai sei mesi. Dopodiché, si spostano per visitare altri luoghi e culture senza compromettere la loro vita lavorativa.
È facilmente intuibile che in media si parla di giovani professionisti o di professionisti affermati. Sono rari i casi in cui interi nuclei familiari possano muoversi con questa libertà, a causa dell’educazione dei propri figli.
Perché se ne parla ora?
C’è una stretta correlazione tra i digital nomads e il Covid. La pandemia ha costretto molti lavoratori e datori di lavoro a sperimentare lo smart working, costringendo il mondo del lavoro ad una rapidissima trasformazione. In parole povere, il Sars Cov-2 è stato il catalizzatore di questo cambiamento, che ha agevolato e velocizzato il fenomeno dei digital nomads.
Mentre il mondo del lavoro italiano si accinge ad assorbire questo nuovo modo di vivere, in altri Paesi la situazione è in uno stato un po' più avanzato. Per questo motivo, il bel paese è diventato una vera e propria meta per i nomadi digitali, che hanno l’opportunità di visitare borghi e meraviglie per lunghi periodi, evitando il vincolo delle ferie e, spesso, anche il sovraffollamento dei luoghi di interesse.
Lascia un commento
Commenti