Il mondo dell’
arte rappresenta l’essenza creativa dell’essere umano. Agli antipodi, secondo i più, vi è la tecnologia, che, invece, viene considerata la massima espressione della tecnica sul pathos.
Partendo da questa premessa, la redazione di WAI ha deciso di rendervi partecipi dell’erroneità di questa affermazione, offrendo la possibilità di discutere attivamente la dicotomia tra tecnologia e arte.
Il tema che tratteremo oggi riguarda gli
NFTs (Non Fungible Tokens) e la Digital Art.
La Digital Art
Il concetto di Digital Art è letteralmente esploso negli ultimi dieci anni. Il punto di non ritorno che va a consacrare questa nuova forma di arte è il 2018, anno in cui Obvious, un collettivo artistico sconosciuto, concepì e mise all’asta l’opera digitale “ritratto di Edmond Belamy”, acquistata per 432.500 dollari. Questa data cesura segna l’inizio del mercato della Digital Art.
Ma come si acquista un’opera digitale? Essendo digitale, e quindi non tangibile, come faccio a stabilirne il possesso e la veridicità?
È proprio da questi quesiti che partiamo per introdurre la
conditio sine qua non del funzionamento della Digital Art, ovvero i Non-Refugible Tokens, meglio conosciuti come NRFs.
Cosa sono gli NFTs?
I Non-Fungible Token, sono dei particolari token crittografici il cui scopo è quello di asserire la proprietà e/o di certificare l’autenticità di un determinato bene, fisico o digitale.
Nel contesto che andiamo a proporvi, i NFTs sono dei certificati di autenticità digitale, che servono per stabilire e garantire la veridicità di un documento digitale. Questi vengono generati su piattaforme apposite e pagati in criptovalute, da qui deriva la definizione di crypto-arte.
Riducendo ai minimi termini, il NFT è una certificazione dell’opera digitale, che rende quest’ultima un unicum tutelato dalla tecnologia
Blockchain. Così facendo l’opera di Digital Art viene autenticata, resa unica e certificata, annullando tutti i limiti dell’Arte digitale e contemporaneamente, aprendo il mondo dell’arte al mondo digitale.
Nuove prospettive
Questo passaggio segna una vera e propria svolta nelle interazioni tra il mondo dell’arte e quello della tecnologia. Uno dei primi risultati di questo connubio è l’apertura di diversi
musei virtuali, in cui le opere sono apertamente fruibili a tutti coloro che ne posseggono le credenziali, ma è importante ricordare che questo “mondo” non ha nemmeno dieci anni.
Chissà dove ci porterà questo nuovo modo di concepire l’arte, non contrapposta alla tecnologia, ma complementare ad essa.
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