Le
vacanze natalizie sono quasi alle spalle, la
situazione sanitaria non è delle migliori e molti italiani stanno per tornare sul luogo di lavoro, per riprendere la loro routine. In questo contesto, la redazione WAI ha ben deciso di continuare l’esplorazione della magnifica penisola che abitiamo, offrendo, magari, spunti produttivi per le prossime mete da visitare.
Questa settimana proponiamo un itinerario meno peninsulare e più insulare, per render giustizia alle magnifiche isole maggiori del nostro Paese: la Sicilia e la
Sardegna.
Erice, Sicilia
Il primo
borgo è situato sulla punta occidentale dell’isola più grande del Mediterraneo, la Sicilia. Erice è un borgo tanto bello quanto antico. Il nome deriva dal monte sul quale è incastonato il paesino, che a sua volta vanta origini legate alla mitologia greca.
Con una popolazione di 26 mila abitanti, Erice sembrerebbe differenziarsi dagli altri borghi presentati nella nostra rubrica, ma con un attento studio, scopriamo che il borgo vero e proprio che sorge sul monte Erice, è abitato da 500 residenti, considerati privilegiati. Inutile dire che il paesino vanta delle bellezze non indifferenti, a partire dalla sua collocazione geografica tra il monte Erice e il magnifico mar siculo.
Peculiarità del borgo, così come della regione che lo ospita, è l’incredibile varietà di culture che si sono susseguite, e che hanno lasciato dei segni indelebili nel piccolo paese. Si pensa che Erice, il cui nome è legato al gigante che secondo la mitologia greca viveva sull’omonimo monte, fu fondata dai troiani, che la persero ai fenici, che a loro volta la persero ai cartaginesi e ai romani. Successivamente arrivarono gli arabi, i normanni e gli spagnoli. Quello che ne deriva è un’impressionante promiscuità culturale e architettonica, che rendono il borgo una meta obbligatoria per tutti coloro che passano dalla provincia di Trapani.
Carloforte, Sardegna
Il secondo borgo invece è un’isola nell’isola. Per quanto sgrammaticata possa sembrare questa affermazione, la peculiarità di Carloforte è proprio quella di essere un’isola ligure attaccata letteralmente al territorio sardo.
Il concetto di isola nell’isola non ha una connotazione solamente geografica, ma soprattutto
culturale. A seguito della colonizzazione della Repubblica marinara di Genova, “l’isola degli sparvieri” ha conservato moltissimi tratti liguri, a discapito della sua collocazione geografica. Il modo di parlare, la cucina e l’architettura dell’isola, infatti, sono completamente estranei alla cultura sarda nonostante la vicinanza.
Anche in questo caso, il borgo ha origini molto antiche: dai fenici ai romani, dagli arabi ai genovesi e via dicendo. Ma è sotto il Regno di Sardegna che il piccolo borgo crebbe e acquisì il nome di Carloforte, impartito direttamente da Re Carlo Emanuele III nel 1738.
Questo magnifico borgo ligure in terra sarda è noto per le delizie culinarie, anch’esse risultato delle dominazioni che si sono susseguite. Tra le prelibatezze spiccano il tonno alla carlofortina, trattandosi di un borgo di pescatori, le focacce tipiche della tradizione ligure, e il cashcà, una variante di cous cous di origine araba.
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